Da anni producono e diffondono la loro musica con un’atteggiamento unico e vincente, anomalo per l’artista italiano che versa lacrime sulla sua stessa t-shirt (o sulla camicia del più figo) in cerca di comprensione e compassione tipica di un popolo perdutamente e culturalmente cristiano e democristiano.
Da anni che con ironia parlano di se stessi e del loro mondo, riflettendo l’immagine dell’italiano (medio o comune), del perdente (nato per subire), del bigotto cattolico e di molte altre figure (tipiche e non) che popolano le strade e disegnano un quadro di un paese meschino, fradicio, fiacco e alla deriva.
Tutto ciò, gli Zen Circus di Andrea Appino, lo fanno con un atteggiamento folk-punk-rock che somiglia ad uno schiaffo secco e potente in una fredda giornata d’inverno. Tutto ciò lo urlano con il cuore di un cantautore attento, con l’ironia di un commediante satirico, con l’energia dell’operaio cinico e sindacalista.
Venerdì li ho visti al Locomotiv di Bologna, dal vivo. Li ho visti sudare per un’ora e venti minuti di Rock. Li ho visti saltare sul palco con la credibilità di una vera band punk-rock-folk che rispetta la tradizione cantautorale italiana, con tutta la rabbia di chi cerca di tirar fuori “la testa dalla sabbia”. Un power trio di musicisti che ha preso a schiaffi la platea del locale bolognese in cerca di una reazione, in cerca di sudore, di un sorriso amaro sul volto di chi pensa sia tutto da rifare ma che abbia la forza di rimboccarsi le maniche e di iniziare a “rifare”.
Grazie Zen Circus, grazie per fare della gran bella musica, grazie per come la fate e per il sudore che ci regalate. Grazie per essere una delle migliori realtà musicali italiane, grazie per aver creduto sempre nel mondo operaio (musicale e non) che urla dal basso. Grazie per la schiettezza. Grazie per la bella lezione operaia che da oltre 10 anni manifestate.
Per chi ancora non li conoscesse o ignorasse la loro esistenza: THE ZEN CIRCUS, cercateli, comprate i loro dischi, ascoltateli, non lasciateveli scappare dal vivo, perchè “il fuoco è alimentato da ossigeno e dall’aria che respiri... non puoi impedirlo, è naturale vivere, non puoi nasconderlo, nè tantomeno fuggire...”.
Misero Beppe
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